Amis sèmpér,

murus mai

La locanda

del bèch

L’eredità de

zio Bortolo

In missiù dal

paradìs

Per solc, per

unur o per amur

La medesina

miraculusa

In sirca de

förtüna

Scua, palèta

e stras

Tri neùcc in

vacansa

La cà del

preòst

Ol cör al vé

mai vècc

LA LOCANDA DEL BÈCH

(2011 - Commedia brillante in tre atti di G. Radavelli)

L’eredità divisa in tre parti tra lui, la sorella Maria e il fratello di latte Bigio, rovina l’esistenza a Berto  il quale si infiamma ogni volta che si tocca questo discorso.

 L’astio è così forte che praticamente i due non si rivolgono la parola e cercano sempre di evitarsi.

Le loro mogli Bepina e Teresì sono invece molto amiche ed hanno provato più volte a far riconciliare i mariti ma senza successo.

La scomparsa della sorella Maria, emigrata in America, ed il mantenimento della vigna col casale, che questa ha ereditato, crea ulteriori tensioni tra i fratellastri.

Chissà cosa succederebbe poi se Berto e Bigio venissero a sapere che le mogli li tengono all’oscuro della relazione tra i rispettivi figli Angiolèta e Gioanì, che hanno un grande sogno da realizzare non appena questi terminerà gli studi.

Nel cortile della sua locanda del Bèch (che deve la fama alle storie di tradimenti dei fondatori) Giacomo partecipa alle vicende di queste famiglie mantenendo imparzialità e... discrezione.

Quando Bigio e Berto vengono raggirati da un fantomatico dottor Berretti, docente universitario di veterinaria, per orgoglio e testardaggine nascondono il fatto anche ai familiari, almeno fino a quando non si rendono conto del pericolo che stanno correndo.

A questo punto la disperazione riunifica i due allevatori i quali cercheranno di togliersi dai guai grazie all’aiuto di Gioanì e di Rosemary, una misteriosa ed affascinante fotografa straniera ospite della Locanda; ma a quale prezzo?