Amis sèmpér,

murus mai

La locanda

del bèch

L’eredità de

zio Bortolo

In missiù dal

paradìs

Per solc, per

unur o per amur

La medesina

miraculusa

In sirca de

förtüna

Scua, palèta

e stras

Tri neùcc in

vacansa

La cà del

preòst

Ol cör al vé

mai vècc

IN MISSIÙ DAL PARADIS

(2008 - Commedia brillante in tre atti di A. Zucchini - traduzione e adattamento in bergamasco di G. Radavelli).

Il testo originale “Missione da i’ Paradiso”, scritta in lingua fiorentina da Antonella Zucchini, ha vinto il 1° premio della XXIV edizione del Premio Firenze per testi teatrali.

La vicenda si svolge, nella prima metà del Novecento, in una casa signorile di Bergamo Alta, dove Cesira e Tosca, madre e figlia provenienti dalla campagna, vengono prese a servizio dalla signora Armida, rimasta da qualche anno vedova di Gioacchino Castelli, e dal figlio Oreste, amante della bella vita.

La signora Armida gestisce un negozio di stoffe dove lavora anche Pia, che è innamorata di Oreste; questi però quando rivede Tosca, a cui la legano tanti ricordi dell’infanzia, passa sempre più tempo con lei, suscitando la gelosia di Pia.

La signora Armida vorrebbe rifarsi una vita con Adelmo Ciancia, uno squattrinato che in realtà è più interessato ai soldi che all’amore.

Entra quindi in scena il defunto signor Gioacchino Castelli, che ha ottenuto una settimana di permesso dal paradiso per cercare di convincere la moglie a non farsi imbrogliare da Adelmo. L’unica persona che lo può vedere e sentire è Cesira, grazie ai suoi particolari poteri; ma un po’ per la paura e un po’ per la difficoltà di farsi prendere sul serio, l’impresa non si rivela proprio semplice.

La casa è spesso frequentata anche da Ciucio, il contadino che rifornisce la famiglia di primizie della campagna, e da Angiolino, il vecchio e malaticcio zio di Pia; la loro presenza contribuisce a movimentare la vita della casa ma complica il già difficile compito affidato a Cesira.