Amis sèmpér,

murus mai

La locanda

del bèch

L’eredità de

zio Bortolo

In missiù dal

paradìs

Per solc, per

unur o per amur

La medesina

miraculusa

In sirca de

förtüna

Scua, palèta

e stras

Tri neùcc in

vacansa

La cà del

preòst

Ol cör al vé

mai vècc

OL CÖR AL VE’ MAI VÈCC

(1997 - Commedia brillante in due atti di G. Mazza)

E’ stata la commedia con la quale “I Alegher” hanno esordito il 1° febbraio 1997 sul palco del cinema teatro Cagnola di Urgnano.

Riprendiamo la recensione dalle pagine di allora del periodico Urgnano Oggi.

 

Si apre il sipario. Appare un bel quadretto, tipico delle famiglie di una volta: nonna, mamma, figlia e genero insieme nella stessa casa, ognuno indaffarato nelle proprie incombenze. Al quartetto si aggiunge il sig. Francesco, aspirante primario dell’ospedale di Bergamo, e la Catì, domestica innamorata del “lustrù”.

Alfredo ed Emma, figlia e consorte, vogliono andare a teatro: la mamma di Emma, Ortensia, non osa dare il consenso senza aver prima sentito il parere della nonna Veronica, ma “in Quaresima sa pöl mia andà a teater!” così come bisogna dire il rosario ogni sera.

Alfredo non ne può più e si sfoga di queste amarezze quando viene a fargli visita il suo caro amico Vittorio, signore distinto di mezza età, nipote di un ministro, che è infelice perchè “inamurat de öna dona imaginaria” che aveva visto in un furtivo incontro alla sosta del treno a Roma.

Vittorio ha già provato ad essere sposato ma ora è vedovo, sia della moglie che della suocera, che gli aveva fatto provare le pene dell’inferno; proprio perchè allergico alle suocere, a malincuore Vittorio accetta l’ospitalità di Alfredo per una notte.

L’allergia alle suocere scompare quando Vittorio, guardando un album di famiglia, scopre che Ortensia, suocera di Alfredo, è la sua donna immaginaria. Ma per avere la mano di Ortensia, deve liberarsi della “suocera” Veronica.

La soluzione è presto trovata: Vittorio dall’alto della sua posizione di nipote di ministro, deve solo convincere il signor Francesco che sposare la “mamma della mamma” equivale ad assicurarsi il posto di primario. Pensato e fatto!

Tra un susseguirsi di dichiarazioni d’amore e di malintesi, alla fine si formano le coppie che prendono la loro strada, così Alfredo ed Emma vivranno finalmente soli e in pace.